L’ennesima ultima

“Filippo non farebbe male ad una mosca”, avevano detto. E invece ha ucciso la ragazza che avrebbe dovuto amare.

Era sparita insieme al suo ex ragazzo, Filippo Turetta, che l’avrebbe costretta a salire sulla sua macchina. I cellulari spenti, zero risposte alle mille domande delle famiglie, la paura. Perché probabilmente, nel condividere sui social le foto dei due giovani, che fino ad una settimana fa speravamo di ritrovare in vita, molti di noi hanno pensato al peggio. Il cadavere della 22enne è stato ritrovato in un canalone tra il Lago di Barcis e la zona di Piancavallo, in provincia di Pordenone.

Giulia Cecchettin avrebbe dovuto indossare la corona d’alloro il 16 novembre 2023. Il coronamento perfetto per un percorso arduo, che lei aveva saputo affrontare e che sarebbe stato il suo trampolino di lancio nella vita. Ma alla proclamazione non è mai arrivata; né quella tesi sarà mai discussa. Giulia Cecchettin è l’ennesima vittima di un “amore” che di dolcezza, tenerezza e bontà non ha nulla.

Di Filippo che ne è stato? In un parcheggio per camper e roulotte, non molto distante da dov’è stato ritrovato il corpo esanime della giovane, è stata ritrovata una Fiat Grande Punto, mezzo compatibile con quello del ragazzo. La targa, però, non corrisponderebbe. Nel frattempo, i sistemi di controllo della viabilità avrebbero rilevato la Grande Punto nera, con segni di ammaccatura sul cofano, a Lienz in Austria. Domenica 19 novembre si è arrivati all’arresto di Filippo, che era ormai arrivato in Germania, in Sassonia-Anhalt vicino a Lipsia

Amava questa ragazza, le preparava dei biscotti, continuavamo a vedersi. È davvero tutto così inspiegabile.

Le parole del legale della famiglia Turetta

La amava, ed è per questo che le controllava il cellulare, era geloso delle sue amiche e del fatto che lei si sarebbe laureata prima di lui. Invece, a causa di quel ragazzo, Giulia non potrà indossare mai la corona d’alloro.

Questa storia ci deve far riflettere, il silenzio è complicità. Siamo di fronte ad un’altra morte per “amore”, è l’ennesimo fallimento di una società in cui è più importante dire alle donne che strade percorrere e quali evitare, piuttosto che dire agli uomini che un “no” è un “no” e che la violenza non è e non sarà mai la risposta. Non è sufficiente affermare che “gli uomini non sono tutti uguali”: non ci sono solo mostri, è chiaro, ma ne basta uno per spezzare vite innocenti. E chi paga?

Paga, con la vita, chi prova a liberarsi da una storia che non vuole, chi è giovane e dovrebbe solo pensare a costruirsi la vita dei propri sogni, chi è indifeso.

Tutti temevano il peggio ma nessuno, in fondo, ci voleva credere. Perché siamo stanchi di leggere i nomi e i cognomi di chi non vive più per mano della violenza, perché vogliamo sentirci libere di chiudere una storia senza temere per la nostra vita, perché vogliamo che il battito del nostro cuore non cessi.

Al posto di Giulia poteva esserci qualsiasi altra ragazza. È questione di fortuna o sfortuna. Sfortuna, di trovarsi di fronte a uomini indegni di questo nome. E allora noi che abbiamo ancora fiato in corpo dobbiamo vivere anche per lei.

E tu, cara società, impara a crescere uomini veri. Uomini che non usino la violenza in risposta ad un rifiuto. Empatia, dolcezza, bontà, delicatezze: sembra che il mondo si sia scordato cosa siano.

Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima

Non è mai l’ultima. Questo è il fallimento di una società che continua a vedere nomi di donne uccise per mano di chi hanno accanto.

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