Molto più del ddl Zan
Saffo, Alan Turing, Oscar Wilde, Virginia Woolf, Giulio Cesare, Alessandro Magno, Freddie Mercury, Hammurabi, Leonardo da Vinci. Spesso quando parliamo di minoranze tendiamo ad immaginare qualcosa di poco rilevante o di poca importanza; guardandosi attorno, però, è facile rendersi conto del contrario. Infatti, molti dei personaggi che ci vengono introdotti sin da piccoli facevano effettivamente parte di questi gruppi sociali, ma non solo, basta ripensare a quella persona che hai incontrato al bar, all’amico che hai conosciuto in terza superiore o alla ragazza che vedi sul treno ogni mattina per capire che in realtà “minoranza” non si riferisce necessariamente ad un piccolo gruppo di persone, ma piuttosto racchiude coloro che non sono tutelati dagli stessi privilegi dei quali beneficia il resto della popolazione. Chi fa parte di questi gruppi sociali presenta quindi degli svantaggi, proprio perché non è conforme agli standard. Da qui nasce un disagio, un impedimento, un ostacolo, che non permette la normale libertà di espressione e di rappresentanza. È importante capire che l’assenza o perdita di un privilegio comporta un’automatica perdita di potere, si deduce che coloro che necessitano cambiamenti per favorire l’ottenimento di diritti da lungo desiderati, non possiedono gli strumenti necessari per farlo e hanno bisogno di farsi sentire in altro modo. Da qui nascono le proteste, da qui nasce la lotta e i gridi di aiuto, non è esuberanza o egocentrismo, ma speranza e desiderio di farcela.

Molte delle proteste svolte nel 2020 e 2021 in Italia avevano lo scopo di far passare il disegno di legge Zan, contenente misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Il 4 novembre 2020 è stato approvato alla Camera dei Deputati, mentre il 27 ottobre 2021 il Senato ha bloccato la proposta attraverso una votazione segreta, conclusasi con applausi, grida e gesti di celebrazione. La notizia ha fatto il giro della nazione in pochissimo tempo e sono stati organizzati immediatamente cortei di protesta in alcune delle piazze più importanti d’Italia, permettendo di esporre l’accaduto anche al resto del mondo.
Sabato 30 ottobre Padova ha accolto centinaia di persone a favore del ddl Zan, ma soprattutto pronte a continuare la lotta per i diritti umani. Erano presenti ballerini, giornalisti, fotografi, politici, studenti, lavoratori, genitori, figli e tutti erano circondati da bandiere colorate e cartelli di protesta. La diversità era travolgente.
Una delle cose che più ha scioccato le persone presenti alla manifestazione è l’applauso e le grida che hanno seguito la rivelazione del risultato della tagliola. In molti si aspettavano che la legge venisse affossata, ma quel gesto ha come superato un limite: “È stato offensivo, sembrava avessero assistito ad un goal segnato dalla loro squadra di calcio preferita”, questa è la madre di un ragazzo gay, che non solo ha accettato a braccia aperte il figlio, ma lo affianca nella lotta, così che un giorno possa avere i suoi stessi diritti.
Viene quindi da chiedersi perché non sia stata approvata una legge così necessaria e per quale motivo ci siano così tante persone contro il cambiamento. Probabilmente l’errore è stato nella forte politicizzazione della questione, in fondo quello che volevano ottenere con il ddl Zan era più diritti per le minoranze, ma la creazione di un conflitto tra la destra e la sinistra politiche ha spostato il focus da ciò che era davvero importante, permettendo ai partiti contrari di portare avanti una campagna di stop al cambiamento senza dover dichiarare apertamente che vivono ancora nel passato. Tutte le modifiche richieste per approvare il ddl Zan sono passate come “compromessi” e “migliorie” per il benessere del popolo italiano; la reazione al risultato della votazione, però, ha dimostrato che erano solo scappatoie per rallentare ed eventualmente bloccare la legge. Secondo alcuni protestanti, il problema essenziale resta che “Coloro che vanno contro queste leggi non sono istruiti sull’argomento, escludono queste cose a prescindere dato che non fanno parte del loro orientamento politico, ma quando gli viene spiegato di cosa si tratta effettivamente e chi coinvolge iniziano a comprenderne l’importanza e ad accettarlo”.
La paura di chi era alla manifestazione è che il rifiuto di questo passo avanti possa portare ad un incremento sul bullismo e gli atti di violenza. “Lo Stato è contro di noi”, spiegava un ragazzo, e c’è il rischio che questo venga percepito come un’autorizzazione all’odio.

Il clima di insicurezza, però, non era presente sabato: in quella piazza di Padova, si notava ovunque il supporto, la voglia di lottare, l’amore e la gioia di rendersi conto che nessuno è da solo. La differenza tra chi partecipava attivamente e chi osservava da lontano era forte ed è emersa nelle diverse interviste svolte quel giorno. Chi faceva parte della manifestazione era felice di aiutare in qualsiasi modo possibile, diffondendo opinioni e storie personali. Una delle ragazze presenti parlava di come fosse normale per lei vivere in un ambiente LGBT+: “Il fratello di mia madre è bisex, vivendo in un paesino c’è sempre stata chiusura, ma i miei genitori mi hanno cresciuta con una mente aperta, non mi sono mai chiesta perché lui avesse relazioni con altri uomini, per me era la normalità”. Spiegava come è sbagliato avere paura di insegnare questi concetti ai bambini perché il problema si presenta quando siamo adulti e non abituati ad affrontare certi argomenti. L’educazione è importantissima già dalle elementari, in modo che i bambini crescano consapevoli di queste tematiche e possano proteggere sé stessi e chi ne ha bisogno in futuro, la consapevolezza è essenziale!
È importante che anche chi non è coinvolto direttamente in questa legge partecipi alle manifestazioni e sfrutti i suoi privilegi per supportare la causa, perché anche se non ti riguarda in prima persona la società migliora nel suo insieme e il beneficio è di tutti. A questo proposito interviene un’altra ragazza che dice: “La cosa che mi fa arrabbiare è che queste leggi vengono sempre discusse da uomini bianchi, cis, etero e abili e quindi se ne fregano, questo è il motivo per cui è importante essere alleato.”
Possiamo vedere quindi la grande delusione generata dall’annullamento del ddl Zan, ma soprattutto la rabbia e la voglia di fare che ne sono seguite. È allora necessario capire che tutto questo è molto più del ddl Zan e di ogni altra legge che verrà proposta, perché anche con un provvedimento del genere le persone non sarebbero state tutelate al 100% ed episodi di violenza si sarebbero ripresentati, ma ognuno di questi tentativi favorisce il dibattito, la discussione, la sensibilizzazione alle tematiche per cui combattiamo così estenuatamente. Quindi è vero che siamo ancora molto lontani dai nostri obiettivi, tuttavia la strada è quella giusta, per quanto ripida, ed il supporto sta arrivando da tutto il mondo.
Brava porta avanti le tue idee con orgoglio e determinazione
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