Trecento anni nel passato: la strage in Piazza dei Signori

Sapevate che tra il 14 e il 15 febbraio del 1723, esattamente trecento anni fa, tre studenti di Padova furono assassinati da una pattuglia di sbirri in città?

Tutto ebbe inizio la sera di San Valentino, il 14 febbraio, quando una pattuglia di sbirri fermò quattro studenti, tutti armati (cosa non insolita all’epoca), e ne sequestrò le armi. Il giorno successivo gli stessi studenti si fermarono nella bottega di caffè e liquori di Domenico Ragazzoni in Piazza dei Signori, a fianco dell’osteria delle Tre Spade da cui stava uscendo Domenico Marziale, il sottocapo degli sbirri. Una volta visti gli studenti il poliziotto assieme all’intera pattuglia, si piazzò dietro i pilastri del portico armato di fucili.


Partì un vano tentativo di mediazione da parte del vicesindaco degli studenti Giacomo Nonio, che fu tuttavia ucciso a colpi di fucile; anche il conte vicentino Giovanni Batista Cogolo venne assassinato. Inseguiti nei piani superiori della bottega, due studenti si gettarono dalle finestre: uno dei due giovani rimase illeso mentre Agostino Beffa Negrini di Brescia si ferì gravemente. Giovanni Vedovato, figlio del gestore delle Tre Spade, fu ucciso dagli sbirri per vendetta, stando a quanto narrano le cronache.

A seguito dell’eccidio le autorità promisero giustizia; gli studenti annunciarono di disertare le lezioni universitarie e l’Ateneo venne chiuso. La Serenissima si occupò dell’arresto di circa venti sbirri considerati responsabili dell’eccidio. Nonostante l’inizio delle indagini, le lezioni in università non ripresero: molti studenti restarono a Venezia, pochi nelle aule e numerosi tornarono nei paesi d’origine.

Il 24 settembre si arrivò ala sentenza definitiva, che prevedeva il divieto di tornare a Padova per i sette imputati assolti (su un totale di diciannove imputati).
Gaetano Fanton, assassino del vicesindaco Nonio fu impiccato tra le colonne di San Marco a Venezia, mentre gli altri undici sbirri furono condannati all’ergastolo o al carcere per decenni.
Il 28 settembre il Doge ordinò al Capitano di Padova di collocare la lapide di marmo che, ancora oggi, in Piazza dei Signori ricorda la sentenza: Per il grave et atroce delitto commesso da diversi sbirri lì 15 febbraio 1723 contro alcuni Scolari nell’interno di questa abitazione, furono dall’Eccelso Consiglio di X a 24 settembre 1723 tutti li sbirri rei al numero di 12 a misura delle loro differenti rilevate colpe condannati rispettivamente a latino lo della forca alla galera te all’oscuro carcere, a tempo et in vita con strettissime condizioni; il che resti a perpetua memoria e della pubblica Giustizia, e della Pubblica costante protezione verso la prediletta insigne Universtà dello Studio di Padova.

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