Anche gli animali hanno dei diritti

Ebbene sì, anche gli animali hanno dei diritti, lo sapevate?

Ad oggi molti ignorano che gli esseri umani non sono gli unici ad avere dei diritti, ma anche gli animali hanno una loro “Dichiarazione universale dei diritti dell’animale” firmata a Parigi il 15 ottobre del 1978.

Tuttavia, questa dichiarazione non ha valore giuridico, ma si propone come una sorta di codice etico per tutelare l’ambiente e gli esseri che lo vivono. Il documento nacque con il tentativo di riconoscere dei diritti veri e propri all’animale, e ad attestare il rispetto di ogni forma di vita chiamando in causa la responsabilità dell’uomo.

Viene così formalmente scritto nero su bianco che l’uomo diventa il primo responsabile della sicurezza e del benessere dell’animale. Con “benessere” si intende “lo stato di completa sanità fisica e mentale che consente all’animale di vivere in armonia con il suo ambiente” (definizione OMS/Hughes 1976).

La questione divenne particolarmente discussa intorno agli anni ’60 e in seguito alla pubblicazione di un libro che suscitò particolare scalpore: “Animali Macchine” di Ruth Harrison. Successivamente alla pubblicazione del libro il governo inglese decise di commissionare un rapporto ad alcuni ricercatori; da qui ne scaturì il Brambell Report nel 1965.

È da questo fondamentale resoconto che in seguito si diede origine a tutti gli altri documenti, codici e dichiarazioni per la tutela degli animali. Il rapporto enunciò il principio delle cinque libertà per la tutela e il benessere dell’animale (che viene ripreso e rimodulato anche nella Dichiarazione del 1978). Il documento era riferito agli animali da reddito, ma in realtà, contiene principi generali che possono e devono essere rispettati per tutti gli animali detenuti dall’uomo, in qualsiasi circostanza e a prescindere dalle finalità per le quali non vivono in natura.

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Ecco un elenco delle 5 libertà con una breve spiegazione:

  1. Libertà dalla sete e dalla malnutrizione: all’animale deve essere garantito acqua e cibo adeguati al suo fabbisogno;
  2. Libertà dal disagio: all’animale deve essere garantito un ambiente appropriato e un’area di riposo confortevole;
  3. Libertà dal dolore, lesioni e malattie: è vietato mutilare l’animale, o compiere delle pratiche che gli procurino dolore; l’animale ha diritto all’assistenza veterinaria;
  4. Libertà di poter manifestare il proprio repertorio comportamentale: ogni specie animale ha la possibilità di esprimere e manifestare le normali caratteristiche comportamentali;
  5. Libertà dalla paura: bisogna garantire all’animale condizioni adeguate ed evitargli inutili sofferenze emotive.

La Dichiarazione universale dei diritti dell’animale non fa che riprendere questi punti, chiarendo però ulteriori questioni riguardo lo sfruttamento, lo sterminio, il maltrattamento, la soppressione, l’abbandono e la sperimentazione. Sono solamente 14 articoli ma che ritengo fondamentali per mutare il nostro comportamento nei confronti di quelli che in fondo sono i nostri inquilini.

Noto particolarmente interessanti le premesse della dichiarazione che vengono considerate come ovvie, come presupposte, come base per proclamare quelle libertà e quei diritti; ma che in realtà probabilmente sono ignorante dalla stragrande maggioranza delle persone.

Premesse

  • considerato che ogni animale ha dei diritti;
  • considerato che il disconoscimento e il disprezzo di questi diritti hanno portato e continuano a portare l’uomo a commettere crimini contro la natura e contro gli animali;
  • considerato che il riconoscimento da parte della specie umana del diritto all’esistenza delle altre specie animali costituisce il fondamento della coesistenza delle specie nel mondo;
  • considerato che genocidi sono perpetrati dall’uomo e altri ancora se ne minacciano;
  • considerato che il rispetto degli animali da parte degli uomini è legato al rispetto degli uomini tra loro;
  • considerato che l’educazione deve insegnare sin dall’infanzia ad osservare, comprendere, rispettare e amare gli animali.

Questa Dichiarazione se avesse effettivamente valore giuridico porterebbe con sé alcune implicazioni non indifferenti, come l’abolizione degli zoo e dei circhi o il divieto di sperimentazione e sfruttamento animale.

Non so se sono stati fatti passi avanti dal 1978 riguardo la questione animale, certamente è stata la Dichiarazione universale dei diritti dell’animale a dar il via all’opera di legiferazione e regolamentazione vera e propria, che in maniera diversa da Paese a Paese, sta finalmente riconoscendo la dovuta importanza agli animali all’interno della società… ma sicuramente c’è ancora molto da fare affinché queste norme siano effettivamente messe in pratica e le persone cambino atteggiamento nei confronti degli animali che ci circondano. Comunque, attualmente in Italia esistono le seguenti leggi sulla tutela degli animali esplicitamente ispirate alla Dichiarazione del 1978:

  • Legge 14 agosto 1991, n. 281 (G.U. Serie Generale, n. 203 del 30 agosto 1991);
  • Accordo del 6 febbraio 2003;
  • Legge 20 luglio 2004, n.189;
  • Legge 201 del 2010.

Hans Jonas (1903-1995) filosofo particolarmente attento alle tematiche ambientali e alla bioetica scriveva:

“Preso nella morsa di questa sfida [il nostro ambiente in pericolo], il genere umano diventa per la prima volta uno solo, che lo sappia già o no, saccheggiando la propria dimora terrena, condividendo il destino della propria rovina, essendo l’unico possibile salvatore di entrambi: la terra e sé stesso. Una nuova solidarietà di tutto il genere umano sta sorgendo tra noi. Una colpa comune ci lega, un interesse comune ci unisce, un destino comune ci attende, una responsabilità comune ci chiama […]. Lasciatemi concludere con una valutazione simbolica di come la “condizione umana” sia venuta trasformandosi. Una volta era la religione a dirci che eravamo tutti peccatori a causa del peccato d’origine. Oggi è l’ecologia del nostro pianeta che ci accusa di essere tutti peccatori a causa dell’eccessivo sfruttamento dell’ingegno umano. Una volta era la religione a terrorizzarci con il Giudizio universale alla fine dei tempi. Oggi è il nostro torturato pianeta a predirci l’approssimarsi di quel giorno senza alcun intervento divino. L’ultima rivelazione, che non giungerà da alcun monte Sinai né da alcun monte delle beatitudini, né da alcun albero della bodhi di Buddha, è il grido silenzioso delle cose stesse, quelle che dobbiamo sforzarci di risolvere per arginare i nostri poteri sul mondo, altrimenti moriremo tutti su questa terra desolata che un tempo era il creato.”

 —  Hans Jonas Origine: Da Il concetto di Dio dopo Auschwitz

Fonti: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_205_2_file.pdf https://www.salute.gov.it/portale/caniGatti/dettaglioContenutiCaniGatti.jsp?lingua=italiano&id=205&area=cani&menu=benessere&tab=1 https://www.studiocataldi.it/guide_legali/i-diritti-degli-animali/#par3

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