Questa è l’America

Ci sono pochi posti al mondo dove il divario tra quello che crediamo di sapere e quello che sappiamo è tanto ampio quanto nel caso degli Stati Uniti. L‘influenza statunitense nei nostri consumi è così longeva che pensiamo di conoscere bene l’America quando in realtà […] la nostra idea è un impasto di luoghi comuni e poche informazioni concrete.

F. Costa, Questa è l’America

Questa dolorosamente veritiera citazione proviene dalla seconda di copertina di Questa è l’America, saggio scritto da Francesco Costa, in cui l’autore vuole raccontare cosa sono gli Stati Uniti oggigiorno, sfatando tanti falsi miti ed impressioni diffuse in Italia ed Europa.

Francesco Costa, 36 anni, è nato a Catania e vive a Milano; laureato in Scienze Politiche, è giornalista e vicedirettore de Il Post – uno dei pochi giornali online veramente al passo con i tempi -, collabora con Roma Radio e ha lavorato per Internazionale, il Foglio e l’Unità. Come scrive sul suo sito personale, ‘… mi piacciono le campagne elettorali, i film incomprensibili, gli hamburger, Seinfeld, The West Wing e la Roma. Ma soprattutto l’America’.

Cura, da giugno 2015, un podcast, Da Costa a Costa, ed una newsletter sulla politica e la cultura degli USA, finanziata dai lettori e dagli ascoltatori. Grazie a queste iniziative ha vinto nel 2016 il Premio Internazionale Spotorno Nuovo Giornalismo, e nel 2018 il premio della Festa della Rete per il miglior podcast italiano. Inoltre, ha condotto Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio Tre, ed insegna giornalismo presso la Scuola Holden di Torino.

Artwork by Niccolò Fagotto on Canva

Questa è l’America è un libro, o, meglio, un insieme di racconti e storie, ricco di aneddoti, che risponde al bisogno di capire cosa sono gli Stati Uniti oggi e fare chiarezza su una nazione che ha un’influenza decisiva sul nostro stile di vita, i nostri costumi e la nostra cultura; anche se noi crediamo di conoscere in maniera approfondita questo mondo, molto spesso quello che sappiamo sono solo luoghi comuni, frutto di una visione distorta della realtà. Lo stile è chiaro, tipico di un giornalista abituato ad essere preciso e lineare; un altro elemento apprezzabile è l’imparzialità dell’autore, il quale riesce a parlare anche di argomenti divisivi, come la presidenza Trump, senza cadere in stereotipi, ma studiando la logica dietro gli eventi, troppo spesso semplificati o guardati con snobismo.

Il racconto è diviso in otto capitoli, separati l’uno dall’altro, nei quali vengono raccontate storie poco note, strane, anche curiose. I temi affrontati sono attuali ed interessanti: si va dalla crisi degli oppioidi, che flagella gli Stati Uniti da alcuni decenni, causando migliaia di morti l’anno, alla diffusione delle armi e la volontà di possederle; dal sistema elettorale e il fenomeno del gerrymandering, a quanto successo nella città di Flint in Michigan, semisconosciuta in Europa (se non fosse per Fahrenheit 11/9, bellissimo documentario di Michael Moore).

Non possiamo che consigliare la lettura di questo scritto, sia per quanti sono digiuni di politica e società americana, sia per i più informati. Ciò che si evince da questo libro è che molte delle certezze in cui riponiamo un’indiscussa fiducia corrispondono ad un’apparenza distante dalla realtà. In casi come questo, un punto di vista originale non può che essere utile ed interessante, poiché aiuta a farsi un’idea completa e corretta di come stiano veramente le cose.

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