Quanto ci costa?

di Davide Peressoni

I prezzi sono uguali per tutti: se noi leggiamo l’etichetta sotto un litro di latte con scritto 0,90 € pensiamo, giustamente, che il prezzo sia uguale per tutti. Esatto: costa 90 centesimi per tutti, ma quanto costano 90 centesimi? Per ogni persona hanno un costo diverso.

Siamo talmente abituati a dare valore alle cose misurandone il loro prezzo che abbiamo perso di vista quale sia il loro reale costo. Non è facile capire quanto costi realmente una cosa, ma possiamo valutare almeno tre costi diversi: un costo in ore, uno sulla salute e un costo in risorse.

Un costo in ore perché i soldi non nascono dal nulla: ci vengono dati come ricompensa per un lavoro svolto, quindi ci costano tempo (e fatica). Possiamo fare un piccolo conto per capire quanto tempo ci costa un euro: dividere il numero di ore di lavoro mensili per il guadagno mensile, al netto delle tasse e delle spese fisse essenziali. In realtà dovremmo tener conto di tanti altri fattori (come ad esempio i risparmi, quanto tempo ci sono costati, quanto tempo perdiamo in trasporto per recarci a lavoro, …), ma già questo semplice rapporto può dirci molto.

Ad esempio lavorando 40 ore a settimana, a chi guadagna 1000€ al mese un euro costa circa 10 minuti, mentre a chi ne guadagna 1500€ costa circa 7 minuti. Quindi il nostro litro di latte non costa uguale per tutti: a qualcuno 9 minuti, ad altri 6 e ad altri ancora 4…

Ma se un litro di latte viene venduto ad una media di 6 minuti dovrebbe voler dire che per produrlo e venderlo in tutto ci sono voluti 6 minuti. Questo ovviamente non può essere vero: i costi sono ammortizzati dalla produzione in grande numero. Quindi più uno produce meno tempo gli costa produrre.

Alla luce di questa osservazione ci verrebbe da pensare che la cosa più conveniente da fare sarebbe produrre in numero più grande possibile in modo da abbassare i costi. E questo è quello che in effetti succede: il sistema economico capitalista ci spinge a produrre il più possibile (a volte anche più del necessario) per poter abbassare i costi di produzione. Ma è proprio vero che si abbassano i costi? Certamente si abbassano i costi economici e temporali (entrambi perché nello stesso tempo produco di più), ma si alzano altri due costi: i costi sulla salute e sulle risorse.

Il costo sulla salute umana per la produzione che dipende dalle condizioni di lavoro: questo è un costo molto variabile, forse anche più di quello temporale; infatti dipende sia dal tipo di lavoro che dalla parte del mondo in cui si lavora. Quindi per una persona che lavora nei campi un euro ha un costo molto diverso rispetto a quello che ha per una persona che lavora in ufficio. Allo stesso modo, per un uomo o una donna che lavorano in Italia un euro ha un costo sulla salute molto diverso rispetto a quello che ha per chi lavora in paesi in via di sviluppo. La salute non è quantificabile, quindi non possiamo fare un conto analogo a quello fatto col tempo, ma ugualmente dobbiamo riflettere sulla salute come costo.

Anche il consumo ha un costo sulla salute: infatti per poter produrre in numero sempre più grande, si tende a diminuire la qualità e ad usare materie non propriamente salutari. Quindi il nostro litro di latte può costare meno in soldi e tempo, ma magari costa di più in salute perché contiene alcune sostanze che a lungo termine possono essere nocive.

Inoltre produrre sempre di più ha come conseguenza che si produce, inevitabilmente, più del necessario. Come sappiamo dalle leggi di mercato, se si produce più della domanda il prezzo cala, quindi pur avendo un risparmio temporale non si avrebbe un risparmio economico. Le soluzioni sono due: buttare il prodotto (aumentando però i i costi in tempo e risorse, visti gli sprechi), oppure creare domanda. Ma creando domanda (cosa che viene attualmente fatta) si aumentano i costi per i consumatori, in quanto gli si fa comprare più del necessario; inoltre anche i costi in risorse aumentano rispetto alla giusta produzione.

Infine, ma solo nella nostra piccola analisi, vi sono dei costi sull’ambiente in termini di risorse e salute ambientale (che poi si riflette sulla salute umana).

I costi sulla salute ambientale dipendono da come si produce: una produzione eco-sostenibile ha costo zero in questo senso, mentre altre produzioni hanno un costo elevatissimo sulla salute della nostra Casa. Il problema è che il costo sulla salute ambientale è un costo che condividiamo tutti in maniera quasi uguale. Quindi ci sembra che non sia un costo realmente sostenuto e spesso si preferisce aumentare i costi ambientali per diminuire quelli economici. In realtà questo modo di fare è scaricabarile: così facendo si accollano le proprie spese sulle spalle degli altri, oltre che sulle proprie.

I costi in termini di risorse sono importanti perché la Terra non ha risorse infinite: alcune risorse (risorse rinnovabili) hanno un breve tempo di rinnovo, oppure andrebbero consumate ugualmente anche se non usate, altre invece hanno tempo di rinnovo molto più lungo. Nel nostro cercar di risparmiare tempo abbiamo iniziato a consumare più velocemente di quanto la Terra produca. Ciò ovviamente non è sostenibile ed infatti crea prodotti che non sono accessibili a tutti. Valutare il costo in risorse è importante perché dobbiamo garantire che le risorse che abbiamo a disposizione bastino per tutti gli esseri umani, e più in generale per tutti gli esseri viventi. Un esempio è il consumo di carne: l’alimentazione dei paesi sviluppati è basata principalmente sulla carne ma è difficile produrre così tanta carne in così poco tempo. Ecco allora gli allevamenti intensivi che però, oltre ad inquinare, consumano quantità impressionanti di mangime, che per essere prodotto consuma un sacco di terreno, togliendo spazio alle foreste e agli ecosistemi. Inoltre nei paesi in via di sviluppo e sottosviluppati non vi è tutto questo consumo: se ce lo avessero anche loro due Terre non basterebbero. Comprendiamo quindi che il nostro modello di consumo è altamente irresponsabile anche dal punto di vista delle risorse.

Abbiamo allora capito cosa c’è in realtà dietro ad una moneta: il nostro tempo, la nostra salute e la salute di tutti. Quindi in realtà non esistono le crisi economiche: sono crisi sociali, sanitarie e ambientali.

Concludo citando un detto Sioux che può riassumere quanto detto sopra:

Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto,
l’ultimo fiume avvelenato,
l’ultimo pesce pescato,
l’ultimo animale libero ucciso.
Vi accorgerete che non si può mangiare il denaro.

detto Sioux

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