10 ricorrenze e coincidenze per il 2020

di Antonio Feltrin

“La capacità di vedere connessioni” potrebbe essere una buona definizione dell’intelligenza, ma l’esasperazione di questo atteggiamento porta a elaborare strampalate teorie. È comunque difficile non farsi cogliere dalla sorpresa imbattendosi in coincidenze ed eventi fortuiti, al punto che fa addirittura quasi piacere scoprire che un dato evento passato è accaduto esattamente 100 o 200 anni fa. Si tratta ovviamente di unità di misura arbitrarie, ma il senso delle ricorrenze non è mai intrinseco: è il ricordo che tributiamo loro a renderle speciali.

Ecco quindi 10 eventi che nel corso del 2020 avranno un anniversario “tondo” (cioè, per comodità, multiplo di 10). Siccome ormai l’abitudine di cercare o inventarsi commemorazioni è consolidata, cercheremo di non concentrarci esclusivamente su grandi personaggi storici, ma anche su qualche dettaglio che è sfuggito ai redattori del Sole 24Ore. Con l’ovvia intenzione che queste storie possano in qualche modo ispirarvi a fare bene qualcosa, qualsiasi cosa voi facciate, iniziamo da Padova.

1610 – È l’anno di pubblicazione del Sidereus Nuncius, opera che raccoglie le scoperte effettuate da Galileo Galilei grazie al suo cannocchiale a partire dal 1609. In breve: “per mezzo di un nuovo occhiale” lo scienziato minò le fondamenta dell’astronomia del tempo (leggi: tolemaica). Nell’arco di sessanta pagine scarse, descrisse accuratamente le irregolarità della superficie lunare, tali che pare “esser la Luna quasi un’altra Terra”; mostrò che le stelle sono molto più numerose di quelle viste a occhio nudo, descrivendo meglio la Via Lattea e le nebulose; infine, scoprì “quattro pianeti non mai finora veduti” che orbitavano intorno a Giove. Il saggio è completato dalle “istruzioni” per costruire un cannocchiale come il suo e dai disegni di Galileo, preciso illustratore (finché non iniziò a studiare le macchie solari, per lo meno).

1930 – Da Genova, Guglielmo Marconi accese le luci del municipio di Sydney tramite un segnale radio. Lo scienziato aveva vinto il Nobel da più di vent’anni, infatti questo episodio non costituisce esattamente una pietra miliare nella storia della scienza, quanto piuttosto in quella della sua “pubblicizzazione”. La figura di Marconi fu sfruttata (abusandone) dalla propaganda fascista, al punto da attribuire al “genio italico” qualche invenzione improbabile. Il caso più assurdo fu quello di un fantomatico “raggio della morte” della cui invenzione molti (autoproclamatisi) scienziati si vantavano nell’Europa di quegli anni.

1980 – Star Wars è una storia in cui la fantasia e la scienza si incontrano dando origine a un groviglio in cui nessuna delle due parti è distinguibile dall’altra. La “Morte Nera” è un satellite-arma che rappresenta alla perfezione il concetto ibrido del “raggio mortale”, combinando i due ingredienti di cui sopra come solo la cultura pop sa fare (cioè male): in modo spettacolare e impreciso. Nel 1980 una delle saghe (Fantasy? Fantascienza? Fate voi) più famose della storia si presentò nelle sale cinematografiche con il suo secondo episodio: “L’impero colpisce ancora”.

1970 – Se il mondo dello spettacolo concluse gli anni ’70 accogliendo la trilogia di Guerre Stellari, li iniziò dando addio a una delle band più famose dell’epoca: i Beatles. Lo scioglimento del gruppo coincise con la pubblicazione dell’ultimo album, uno dei più celebri: Let it be.

2000 – Il 13 febbraio uscì l’ultima striscia quotidiana dei Peanuts, il fumetto creato da Charles Schulz nel 1950 e che con le sue “personcine”(Li’l Folks: il titolo di una serie precedente di Schulz, antenata dei Peanuts) conquistò l’America. La popolarità raggiunta dai Peanuts fu tale che nel 1969 Charlie Brown e Snoopy furono scelti come mascotte “ufficiosa” dagli astronauti della missione Apollo 10. Tra i personaggi più peculiari di Schulz vanno citati, oltre al bracchetto con manie di grandezza (e personalità multiple), Linus, il bambino più infantile del gruppo, e Schroeder, il prodigio del pianoforte. Alla domanda “Qual è il senso della vita?” dichiarava: “Beethoven è LA risposta, chiara e semplice!”.

Photo by Daniel (Cyber Toon) on Flickr

1770 – Verso metà dicembre, nacque Ludwig Van Beethoven. La data esatta non è certa (si dice che lui stesso passò buona parte della sua vita convinto di essere nato nel ’72; Schroeder comunque ne celebrava il compleanno il 16 dicembre), ma dell’impatto avuto sulla storia della musica quasi tutti sono sicuri. Beethoven non ebbe un carattere facile, e la graduale discesa nella sordità non migliorò la situazione: visto il suo mestiere, più volte pensò al suicidio. Verso i 50 anni aveva perso del tutto l’udito, ma non la vitalità: a mente, compose la sua ultima sinfonia, la “Corale”, meglio conosciuta come la Nona.

1950 – Il 9 maggio il ministro degli esteri francese pronunciò un discorso noto come “Dichiarazione Schuman”, in cui propose la fondazione di una federazione economica europea per permettere la rinascita del continente dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il 9 maggio fu poi scelto come “festa dell’Europa”, e l’inno dell’istituzione è tratto dal quarto movimento della Nona di Beethoven.

1990 – Dopo ventisei anni, l’attivista politico Nelson Mandela venne liberato dal carcere. In poco tempo ritornò alla guida del suo partito, l’ANC (l’African National Congress), vinse il premio Nobel per la Pace e nel 19994 fu eletto presidente del Sudafrica. Ricoprì la carica fino al 1999, diventando il principale artefice dello smantellamento del regime di apartheid che aveva caratterizzato la nazione per quasi tutto il XX secolo.

1960 – Il 10 settembre, al termine dei Giochi Olimpici di Roma, si corse la maratona. Un atleta etiope, Abebe Bikila, era lì quasi per sbaglio: riserva, aveva sostituito un membro della sua squadra. Siccome correre per le vie della Città Eterna con le scarpe gli procurava delle vesciche, decise di affrontare la gara scalzo. Il suo allenatore gli disse di rimanere incollato al numero 26, l’atleta marocchino Rhadi Ben Abdesselam. Il caso volle però che quest’ultimo ritirasse un altro pettorale, e Abebe si ritrovò a inseguire un avversario invisibile, mentre conduceva la gara affiancato (inconsapevolmente) proprio dal suo rivale. L’etiope fu il primo africano a vincere un oro olimpico, con un vantaggio di circa… esatto, secondi. Bikila fu il capostipite di una lunga dinastia di corridori. Ognuno a inseguire il proprio 26.    

2020 – Joaquin Phoenix vince il Golden Globe, e già che c’è anche l’Oscar, come attore protagonista, così può approfittare della visibilità per farci notare che “Il Gladiatore” è uscito 20 anni fa e gli sono spuntati un bel po’ di capelli bianchi.

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